Olimpiadi del virtuosismo

di Alessandro Bardelli

fotografie di Emanuele Pantaleoni

pubblicato su Mestieri d’Arte & Design. Crafts Culture n. 25 Settembre - 2022

In un paragrafo essenziale della Critica del giudizio Immanuel Kant porta a sintesi l’indagine sul rapporto tra estetica e poiesi. Annota: “Il genio è il talento (dono naturale) che dà la regola all’arte. Poiché il talento, come facoltà produttiva innata dell’artista, appartiene esso stesso alla natura, ci si potrebbe esprimere anche così: il genio è la disposizione innata dell’animo (ingenium), mediante la quale la natura dà la regola all’arte”. Superando il rapporto di somiglianza sul piano dell’oggetto, il filosofo identifica la connessione tra natura e genio nel momento produttivo: alla spontaneità creatrice della natura corrisponde un intreccio di ragione e immaginazione, capace di modificare l’immagine della realtà storicamente determinata ed esprimere un senso nuovo.

 

Arte come espressione del nuovo, ricerca della perfezione, reinterpretazione. Nella bottega di un grande Maestro liutaio nascono vibrazioni contemporanee e suoni inauditi. Il genio talentuoso di Guido Mariotto tra tradizione e innovazione.

 

Tutto questo avviene, quotidianamente e silenziosamente, con sapienza arcana e passione contemporanea, nella bottega del liutaio Guido Mariotto, a Porto Mantovano. Qui gli strumenti ad arco, superando forme archetipe, vengono reintrepretati in espressioni originali. Ciò è in particolare vero per il contrabbasso, icona sublime della musica colta occidentale. Il più grave degli archi si affaccia sul proscenio nel XVI secolo ma trova consacrazione solistica solo tra Otto e Novecento. Virtuosismo romantico, jazz, avanguardie sono solo tappe recenti di quella che il contrabbassista Stefano Scodanibbio definisce “rinascita strumentale”, e ci permettono di apprezzare consapevolmente forza e intensità espressiva, timbro, colore, fisicità e profondità spirituale, suoni materici e armonici gentili, fragili e distanti. È tuttavia un’emancipazione dall’esito ancora incompiuto poiché, grazie all’intrinseca duttilità, il contrabbasso contemporaneo catalizza, in ambito liutario, compositivo e interpretativo, esperienze di ricerca donde trasmuta, ogni volta, in qualcosa di nuovo e inaudito.

 

 

Nel 2021, a Cremona, al “Concorso Triennale Internazionale”, l’olimpiade della liuteria, per la prima volta, un contrabbasso, di Guido Mariotto, ha conquistato sia la medaglia d’oro nella propria categoria sia il miglior punteggio assoluto e il premio Stauffer per la qualità acustica. È il riconoscimento a un talento straordinario di artefice e a una vita dedicata allo strumento e alla sua realizzazione. «In casa i contrabbassi non sono mai mancati. Mio padre Gianni è professore d’orchestra ma si è dedicato anche alla costruzione. Devo a lui sia la passione per la liuteria sia l’interesse particolare per lo strumento.

Sorrideva quando, bimbo, mi divertivo a introdurre nella cassa armonica giocattoli minuti, inserendoli dai tagli delle “effe”. Adolescente ho iniziato ad affiancarlo nella sgrossatura di qualche pezzo. Quotidianamente aggiungevo piccole competenze. Dopo la scuola superiore mi sono dedicato pienamente alla liuteria.»
La cultura della bottega d’arte, con le continue innovazioni e sperimentazioni, è laboratorio non solo di tecniche ma anche e soprattutto di idee. «Ne ho frequentate diverse, oltre a quella paterna. Con il Maestro Gianni Massagrande ho perfezionato scultura e intaglio; con il Maestro Mario Gadda ho imparato a costruire violini e viole. Devo loro molto. La mia è l’ultima generazione ad aver avuta questa opportunità. Poi la formazione è passata alla scuola. Il livello della didattica è comunque alto.»
Una lezione importante viene anche dai grandi liutai di scuola mantovana. «I miei modelli sono ispirati alla loro opera, in particolare a Stefano Scarampella.» Questi, peraltro, ebbe come allievo Gaetano Gadda, padre di Mario. Si disegna quindi una traccia di continuità lunga un secolo e mezzo.

 

 

Il talento del Maestro Mariotto è la capacità sia di rileggere questa tradizione sia dar forma materiale al pensiero estetico e alle esigenze dei musicisti: «Il confronto con l’interprete è fondamentale, tanto più che, negli ultimi decenni, tecnica e repertori hanno subito radicali cambiamenti. Il suono perfetto è continua ricerca. Il contrabbasso vincitore del Concorso Triennale è il risultato più bello di questo percorso. Acquistato dal Museo del Violino, è esposto accanto agli Stradivari, ai Guarneri, ma anche ai grandi liutai mantovani del secolo scorso. È una straordinaria emozione. Oltre all’indubbia importanza del luogo e della manifestazione, mi sembra di aver dato continuità al lavoro di mio padre, averlo valorizzato.»
In realtà lo fa ogni giorno, nella quiete di un laboratorio dove costruisce violoncelli e contrabbassi straordinari con la semplicità di chi opera come un raffinato artigiano e pensa come un grande Maestro, con quel talento che, forse, è proprio l’istintiva vocazione a esercitare un’attività in modo disinvolto ed efficace. È un dono naturale e intangibile, rinnovato ogni giorno nel lavoro e nello studio. Proprio per questo gli artigiani di talento sono tesori viventi dotati di una spiccata sensibilità nei confronti dei materiali e del loro potenziale, con una innata predisposizione alla perfezione. Consapevoli quanto il loro dono sia anche responsabilità, lo coltivano con disciplina, costanza e pazienza, affinché possa manifestarsi in espressioni di bellezza, magistero e libertà d’espressione. Caratteri che si alimentano scambievolmente, come suoni armonici di un contrabbasso.

 

Alessandro Bardelli

Alessandro Bardelli

Responsabile della comunicazione del Museo del Violino di Cremona, si è perfezionato all’Istituto Carlo De Martino per la Formazione al Giornalismo. Gli piace suonare il violino, come e quando può.

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