Il gioco prezioso della metamorfosi

di Alba Cappellieri

fotografie di courtesy Van Cleef & Arpels

pubblicato su Mestieri d’Arte & Design. Crafts Culture n. 26 Aprile - 2023

Un collier principesco ispirato all’eleganza Art Déco: 2.456 diamanti che con i loro 163,62 carati illuminano lo spazio intorno, 37 elementi mobili, 15 variazioni di forma, 55 modi diversi di indossarlo… Il Maharaja Set è uno degli ultimi capolavori trasformabili di Van Cleef & Arpels, il gioielliere che ha spinto la trasformabilità oltre il virtuosismo fino a renderla arte. La si poteva ammirare nell’esposizione “Van Cleef & Arpels: Time, Nature, Love”, al National Museum di Riyad (Arabia Saudita) fino al 15 aprile 2023.

Non deve stupire l’attenzione della Maison francese per questa tipologia di preziosi. Van Cleef & Arpels ha fatto della metamorfosi il segno della sua incomparabile maestria, fin dagli anni Venti, quando la direttrice creativa Renée Puissant, figlia dei fondatori Estelle Arpels e Alfred Van Cleef, ha interpretato lo spirito di un tempo effervescente e progressista come quello dei Roaring Twenties creando gioielli che mutavano magicamente: tiare in collane, collane in bracciali, pendenti in orecchini, anelli in pendenti, in un ars combinatoria che soddisfaceva la voglia di novità delle donne e univa tecnica e creatività, funzione e sicurezza, progresso ed eleganza. Le innovazioni del secolo breve sono state interpretate da Van Cleef & Arpels in meccanismi tecnicamente sofisticati e articolati che, grazie alla loro invisibilità, hanno donato alle donne il piacere ludico di poter cambiare e personalizzare i gioielli senza per questo alterare la grazia sofisticata delle creazioni della Maison.

 

Fin dalla sua fondazione, nel 1906, la Maison Van Cleef & Arpels si è sempre distinta per i gioielli trasformabili di grande successo. Capolavori di eleganza e ingegno che si adattano con estro ai desideri di chi li porta.

 

 

I gioielli sono sempre sopravvissuti al tempo per la preziosità dei loro materiali e pertanto sono sempre stati usati da generazioni diverse che li adattavano alle nuove mode e alle nuove necessità. Il concetto dei bijoux trasformabili nasce dall’idea di parure che si sviluppò in Francia a partire dalla sfarzosa vita di corte e dei balli che rappresentavano il centro della vita mondana del regno del Re Sole. I fasti di Versailles imponevano numerosi cambi d’abito e gioielli preziosi per esaltare volti e décolleté, esibire il prestigio sociale di chi li indossava e, al contempo, dialogare con la ricchezza decorativa dei damaschi, dei velluti, dei pizzi e dei broccati delle mise di principi e principesse. Per eventi eccezionali come incoronazioni e celebrazioni l’aristocrazia chiedeva i gioielli in prestito ai gioiellieri.

 

 

 

Nel secolo successivo, con l’introduzione dell’industrializzazione e di nuove tecniche orafe, i gioiellieri crearono oggetti preziosi che, con l’aiuto di clip, fermagli e staffe, potevano assumere forme e tipologie diverse. L’eredità di questi straordinari artigiani è stata raccolta da Van Cleef & Arpels, in quanto, come afferma Lise Macdonald, Van Cleef & Arpels Director Patrimony and Exhibitions, «Al centro dello stile della Maison c’è una caratteristica singolare: la trasformazione o metamorfosi. Esempi significativi sono il collier Zip del 1951 o la collezione Passe-Partout del 1938 che sono diventati icone senza tempo di Van Cleef & Arpels.»
La collezione Passe-Partout è un esempio di morbidezza, eleganza e versatilità, ispirata dai temi della maglia e della catena, in auge in quegli anni, quando, con l’Esposizione Internazionale delle Arti e delle Tecniche nella Vita Moderna, nel 1937 a Parigi, il commissario Paul Léon volle rilanciare la preziosità decorativa dei gioielli che le geometrie Déco avevano fatto dimenticare.

 

 

Van Cleef & Arpels creò un gioiello trasformabile con una tecnica innovativa brevettata nel 1938: una catena in tubo gas d’oro che può essere indossata come collier, come sautoir, bracciale o cintura grazie a due clip sotto le quali è nascosto un sistema di binari metallici che le fa scivolare sulla catena, bloccandola nella posizione desiderata. Le clip si staccano, si possono indossare separatamente come spille – fino a 5 – o come orecchini, e sono decorate con eleganti motivi floreali in rubini e zaffiri blu e gialli. La tecnica del tubo gas si basa su bande di metallo flessibili ed è una tecnica molto complessa che rende gli oggetti particolarmente versatili. Pratica e fantasiosa, la collezione Passe-Partout ha dimostrato come un gioiello prezioso possa anche essere un accessorio gioioso e personalizzabile, capace di dialogare con gli abiti in numerose interpretazioni.

 

L’icona della maestria di Van Cleef & Arpels è il mitico collier Zip, un capolavoro per la prodezza tecnica della sua cerniera dai denti d’oro a incastro e dall’apertura regolabile. La perfetta sintesi di creatività e innovazione, uno dei gioielli più significativi della storia del gioiello del Novecento il cui aspetto più sorprendente è proprio la trasformabilità. Infatti, come una vera cerniera lampo, ha un cursore a forma di nappa d’oro intrecciato che permette di chiuderlo e farlo così divenire bracciale. Ispirata alle cerniere delle giubbe dei marinai e degli aviatori, la zip era passata da elemento funzionale ad accessorio moda grazie ad Elsa Schiaparelli, che nel 1935 propose una collezione dove tutti gli abiti avevano cerniere lampo a vista. Fu un successo immediato e le richieste stupirono la stessa stilista che nella sua autobiografia, Shocking life, del 1954, scrisse: «Le zip erano dappertutto, si vedevano su ogni vestito, perfino sugli abiti da sera.» Se tutte le donne apprezzarono i vestiti zippati della Schiaparelli fu Wallis Simpson, la Duchessa di Windsor, a coglierne l’innovazione con la consueta lungimiranza, commissionando a Renée Puissant una zip preziosa, pensata inizialmente per chiudere un abito da sera dallo scollo profondo sulla schiena. Era il 1938, la guerra incombeva e la complessità tecnica di una zip, che nel frattempo si era trasformata da semplice chiusura a collier, richiese molti anni di sperimentazioni e di tentativi. Ma con coraggiosa determinazione la Maison ci riuscì nel 1951, lasciando il mondo a bocca aperta per innovazione e maestria. La collana Zip di Van Cleef & Arpels è un capolavoro di ingegno creativo e manifatturiero oltre che un’icona del design. Dopo anni di studi e prototipi, la sua trasformabilità è affidata a pezzi piccolissimi d’oro, i denti della cerniera, disposti a intervalli regolari su un lato, in modo da incastrarsi con quelli dell’altro lato e permettendo una rapida apertura e chiusura.

 

Altri due capolavori sono stati realizzati entrambi nel 1971, la spilla Oiseau e pendente Walska e il collier di smeraldi incisi, due stupefacenti creazioni. La spilla raffigura un pavone in volo ed è uno degli ordini speciali più singolari nella storia della Maison. Esalta un diamante giallo taglio briolette da 96,62 carati noto come “Walska Briolette” perché negli anni Trenta questa gemma apparteneva alla cantante Ganna Walska, che la indossava come ciondolo. Nel 1971, il diamante giallo venne venduto a un’asta di Sotheby’s a New York e pochi mesi dopo comparve sulla copertina del catalogo Van Cleef & Arpels, racchiuso nel becco di un pavone che sorvola Place Vendôme. Il nuovo proprietario aveva commissionato alla Maison una spilla da donare a sua moglie per la nascita del figlio. Il prezioso pavone è un capolavoro di trasformabilità: le ali possono essere staccate e indossate come orecchini, la coda diventa una spilla, mentre il diamante giallo può abbellire il collo come pendente.

 

Nello stesso anno la Maison ricevette un altro ordine speciale dal Principe Karim Aga Khan da donare a sua moglie, la Begum Salimah Aga Khan. Nata Sarah Croker Poole, in India nel 1940, durante gli ultimi giorni dell’Impero Britannico, era ammirata per la sua bellezza e per la sua eleganza. Appassionata di arte e di gioielli, la principessa ha raccolto un’importante collezione di preziosi. Questa impressionante collana, appositamente commissionata dal marito, è una di queste creazioni. Il suo valore e la sua singolarità risiedono nelle pietre preziose che la adornano: più di 745 diamanti per un totale di 52 carati illuminano 44 smeraldi incisi del XVIII secolo per un peso complessivo di oltre 470 carati. Trasformabile in girocollo, due bracciali e una clip, questa collana è uno spettacolare esempio dell’arte della metamorfosi portata ai vertici della meraviglia da Van Cleef & Arpels.

Alba Cappellieri

Alba Cappellieri

Professore Ordinario di Design del Gioiello e dell’Accessorio Moda al Politecnico di Milano. Dal 2014 è direttore del Museo del Gioiello, all’interno della Basilica Palladiana di Vicenza, il primo museo italiano dedicato al gioiello.

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