Un’eredità di cultura e bellezza

di Giovanna Marchello

pubblicato su Mestieri d’Arte & Design. Crafts Culture n. 24 Marzo - 2022

Grazie al grande lavoro di divulgazione della Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte, anche attraverso le pagine di questa rivista, il pubblico italiano ha imparato a conoscere i Tesori Nazionali Viventi del Giappone. Ma il prossimo aprile, in occasione di “Homo Faber”, sarà possibile ammirare di persona ben dodici capolavori realizzati da questi impareggiabili maestri, riuniti per la prima volta nello stesso spazio. Se si pensa che in tutto il Giappone operano oggi solo 57 Tesori Nazionali Viventi, la proporzione non è irrilevante.

Uno spazio, un giardino, un evento unico nel suo genere. I progetti di dodici Tesori Nazionali Viventi giapponesi, per la prima volta insieme a Venezia, prendono vita in un’intensa atmosfera fatta di grazia e di contrasti.

 

La mostra “Il Giardino delle 12 Pietre”, voluta dalla Michelangelo Foundation for Creativity and Craftsmanship, è stata concepita e realizzata da due esperti del settore: Naoto Fukasawa, designer, professore e curatore, e Tokugo Uchida, direttore del MOA Museum of Art di Shizuoka, già presidente del comitato di selezione dei Tesori Nazionali Viventi per il governo nipponico. «I 12 Tesori Nazionali Viventi del Giappone selezionati per la mostra,» spiega Fukasawa, «sono attivi nei loro rispettivi mestieri, come la ceramica, la tessitura e la tintura dei tessuti, la laccatura, la lavorazione dei metalli, la lavorazione del legno, la lavorazione del bambù e la creazione di bambole, e applicano magistralmente diverse tecniche a diversi materiali. Le opere che abbiamo selezionato possono essere interpretate come arte contemporanea, ed essere considerate come tesori del mondo. Non sono infatti solo Tesori Nazionali Viventi del Giappone, ma anche tesori mondiali viventi: la bellezza del Giappone e del mondo.»

Allestita nello spettacolare Cenacolo Palladiano della Fondazione Giorgio Cini, la mostra presenta queste mirabili opere disposte su dodici piedistalli a forma di pietra, disegnati dallo stesso Fukasawa. «Sono pietre piuttosto minimaliste, per sottolineare il lavoro tradizionale dei Tesori Nazionali Viventi,» prosegue Fukasawa. «Ho cercato di progettare un ambiente neutro per evidenziare la loro bellezza. Il palcoscenico che ho ideato è un contrasto minimalista con il Rinascimento e la leggenda dell’arte tradizionale giapponese.» Nel suo allestimento, infatti, Fukasawa vuole offrire al pubblico una prospettiva inusuale, che sorprende per il contrasto, messo in risalto da un abile gioco di luci, tra le dimensioni della sala e i dodici blocchi al suo interno. Fukasawa ha immaginato un luogo che è al contempo dinamico e armonioso, e dove i visitatori possono avvicinarsi alle opere per ammirarne tutti i dettagli e imparare a conoscere le antiche lavorazioni tradizionali grazie alle quali sono stati forgiati. Il legame che unisce questi oggetti, rendendoli speciali, è da rintracciarsi nelle competenze, nelle tecniche e nel savoir-faire che rendono ogni oggetto unico e significativo, infusi cioè di makoto (creati con sincerità). «La maestria e l’alta qualità dei materiali sono il filo conduttore del kôgei (alto artigianato) giapponese,» aggiunge Uchida. «Le tecniche utilizzate per il kôgei sono state codificate nel lontano VIII secolo. Nel corso di 1300 anni, gli artisti del kôgei le hanno perfezionate e tramandate alle generazioni successive. Oggi i maestri fanno il massimo uso di materiali naturali e creano opere con un tocco contemporaneo.»

 

Ma ciò che accomuna i Tesori Nazionali Viventi è che hanno anche una mente progettuale, ed è questo aspetto che Fukasawa ha voluto mettere sotto i riflettori attraverso la scelta dei maestri e delle loro opere. «Ogni Tesoro Nazionale Vivente esegue sia il design dell’oggetto sia la sua creazione. Nel processo di dare vita ai loro progetti, devono essere in grado di impiegare al meglio le tecniche che hanno perfezionato nel tempo. Le loro creazioni devono anche deliziare gli appassionati e invogliarli a interessarsi agli stili che le opere presentano.»

“Il Giardino delle 12 Pietre” presenta straordinari uomini e donne che hanno fatto la storia del kôgei giapponese: Imaemon Imaizumi XIV, maestro nella tradizionale tecnica della decorazione sopra smalto della ceramica; Zenzo Fukushima, specializzato in ceramica Koishiwara; Kunihiko Moriguchi creatore di tessuti che realizza secondo la tradizionale tecnica di tintura yuzen della città di Kyoto; Sonoko Sasaki, che tesse i fili di seta con la tecnica tsumugi-ori; Kazumi Murose, che realizza oggetti in lacca urushi impiegando la tecnica del maki-e, risalente all’VIII secolo; Isao Onishi, un ebanista nominato Tesoro Nazionale Vivente per la sua tecnica di laccatura nota come kyushitsu; Yukie Osumi, maestra nella lavorazione del metallo; Noboru Fujinuma, che intreccia sottili steli di bambù per creare delicati cesti e altri oggetti; Komao Hayashi, che costruisce bambole toso, una tecnica che risale al XVII secolo; Jun Isezaki, uno dei più noti maestri artigiani specializzati in ceramica Bizen; Takeshi Kitamura, artista tessile che impiega antiche tecniche di tessitura; Kenji Suda, ebanista specializzato nella tecnica tradizionale dello sashimono, grazie al quale crea intricate scatole di legno intarsiato usando lacca urushi. I segreti dei maestri sono svelati in affascinanti video-ritratti realizzati dalla fotografa Rinko Kawauchi, che presentano il dietro le quinte di queste lavorazioni. Il pubblico può così entrare direttamente negli atelier dei 12 Tesori Viventi, scoprire gli utensili tradizionali e i materiali naturali che impiegano per realizzare le loro opere, ammirare la grazia di ogni loro gesto creativo e stupirsi della poesia che infondono nel loro lavoro.

 

Giovanna Marchello

Giovanna Marchello

Cresciuta in un ambiente internazionale tra il Giappone, la Finlandia e l’Italia, appassionata di letteratura inglese, vive e lavora a Milano, dove si occupa da 30 anni di moda. Segue progetti culturali legati ai mestieri d’arte, collabora con alcune fondazioni ed è luxury goods contributor del mensile russo Kak Potratit.

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