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Buon uso o cattivo uso delle macchine

Testo di Ugo La Pietra

Oggi, come e più di prima, le piccole aziende artigiane fanno buon uso delle nuove apparecchiature. Queste ultime (come le macchine a controllo numerico), da una parte consentono la moltiplicazione seriale degli oggetti e dell’altra garantiscono lavorazioni ancor più sofisticate di quelle che venivano realizzate a mano, eliminando le possibili imperfezioni di certi procedimenti.

È nel processo di trasformazione della materia, anche attraverso gli strumenti, che l’artista artigiano riesce a cogliere i possibili interventi creativi per l’invenzione e la realizzazione dell’opera.

È pur vero che per molti anni quelle “piccole imperfezioni” hanno fatto il valore aggiunto della produzione seriale, ma è anche vero, e sempre più riscontrabile, che l’uso delle nuove macchine e delle nuove attrezzature sta stimolando la fantasia dell’artigiano, interagendo con il suo gesto “carico di azzardo”, nella costruzione dell’opera. È proprio in questa fase che “la macchina” aiuta, anzi si potrebbe dire stimola, la fantasia dell’artefice. Basterebbe vedere come un artigiano ceramista riesce a “inserire” elementi lavorati manualmente, durante il processo di costruzione di un oggetto con una stampante per ceramica 3D. Un percorso innovativo apre alla possibilità, per l’artigiano, di trovare un giusto rapporto tra la sua manualità e l’uso delle macchine. Purtroppo non è sempre così!

Storia di una manifattura. Per diversi decenni la piccola azienda alla periferia di Milano ha sempre lavorato e trasformato il metacrilato per fare opere d’eccezione: prototipi di lampade, modelli scultorei, pezzi straordinari disegnati da famosi designer, oggetti luminosi per gli spazi collettivi e poi opere di giovani artisti che negli anni Sessanta e Settanta “sperimentavano” con i nuovi materiali. L’artigiano faceva uso di pochi strumenti, trapani e seghe per la lavorazione a freddo, forni, stampi e stampanti per la realizzazione di opere tridimensionali. Gli oggetti eccezionali che uscivano dal suo laboratorio erano frutto delle sue capacità manuali unite al saper usare le poche attrezzature, proprio come da secoli il ceramista realizza le proprie opere usando il tornio, gli stampi, il forno. Negli anni sono cresciute le macchine e il giovane artigiano, esperto nella lavorazione del metacrilato, ha inaugurato un nuovo padiglione, ha installato nuove macchine a controllo numerico, nuove stampanti per la realizzazione più veloce degli oggetti. La piccola struttura artigiana un tempo realizzava pochi pezzi alla settimana, e con una certa fatica guadagnava il giusto per sostenere l’attività famigliare (ci lavoravano il titolare, due figli e due dipendenti): guadagno giusto ma non sicuro, in quanto basato su un rapporto occasionale con una clientela sempre diversa. Oggi, una “grande azienda” che produce oggetti in plastica in grande serie (e che li vende attraverso centinaia di punti vendita in tutto il mondo) commissiona al piccolo artigiano “attrezzato” (come unico cliente) semilavorati, garantendogli così l’acquisto di un numero elevato di elementi al mese e quindi un guadagno sicuro. L’artigiano pensa a una svolta positiva per la sua azienda, ma dopo un po’ di tempo si accorge che i margini di guadagno sono relativi, deve lavorare con tempi sempre più stretti di consegna, ha perso tutta la sua capacità creativa, non ha più la sua clientela selezionata e trema al pensiero che un giorno la “grande azienda” lo possa sostituire con un altro artigiano disposto a lavorare a prezzi inferiori. È la lunga e faticosa storia del nostro artigiano d’eccellenza, che ci racconta come non sempre l’introduzione di nuove tecnologie rappresenti un passaggio positivo per la trasformazione della piccola impresa.

Purtroppo, manifatture che, nel tempo, hanno saputo far buon uso delle nuove tecniche e delle nuove strutture, di fronte alla possibilità di grandi numeri, vengono spesso attratte dal mercato globale rendendosi disponibili a sostenere parte della produzione delle grandi aziende, con la “fatale” perdita del loro valore e della loro identità.

Ugo La Pietra

Ugo La Pietra

Artista, architetto, designer e soprattutto ricercatore nella grande area dei sistemi di comunicazione. La sua attività è nota attraverso mostre, pubblicazioni, didattica nelle Accademie e nelle Università. Le sue opere sono presenti nei più importanti Musei internazionali.

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