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Il gioco aiuta gli audaci

Testo di Alberto Cavalli

pubblicato su Mestieri d’Arte & Design. Crafts Culture n. 26 Aprile - 2023

Si crede spesso che il gioco sia un’attività svincolata da ogni tipo di convenzione, e si delega con troppa facilità l’aspetto ludico delle nostre vite ai residui di tempo che ritagliamo
tra gli altri impegni, definiti per contrasto come seri. Mentre il gioco è un aspetto serissimo, che necessita di regole e di immaginazione per poter dispiegare il suo potere evocativo e persino educativo. Conoscere le regole, rispettarle, farle mutare, ma saper anche aggiungere all’interazione ludica tocchi
a volte irriverenti di creatività, e di intelligente ironia, significa trasformare il gioco in un sistema di comunicazione molto evoluto, che all’intrattenimento (necessario per mantenere alta l’attenzione) aggiunge una parte di conoscenza e di acquisizione di competenze. Al punto che i veri maestri dicono che si impara divertendosi: un divertimento che può anche essere provocazione, ma che in tutti i casi presuppone la libertà di poter scegliere le proprie mosse.

Se la mano è lo strumento dell’intelligenza dell’uomo, il gioco è una parte fondamentale di ogni processo creativo grazie alle emozioni positive e al senso di libertà che trasmette. Una “felicità del fare” che rappresenta la scelta coraggiosa e quotidiana dei maestri artigiani.

Essere liberi, infatti, non vuol dire solamente non avere un padrone che ci tiranneggi: vuol dire anche e soprattutto poter scegliere, avere la facoltà di esprimere la propria predisposizione, poter avere un’alternativa. I mestieri d’arte, ovvero le attività che permettono di trasformare in maniera creativa e consapevole la materia per creare a mano qualcosa di straordinario, non sono più una necessità: eppure sentiamo di non poterne fare a meno. Perché facendo le cose “a mano” non ci limitiamo ad agire, ma ci divertiamo. Ci realizziamo. Siamo più felici, e dunque più allegri (e più giocosi?).
Questo numero di Mestieri d’Arte & Design, dedicato al tema del ludico, vuole essere un invito ad apprezzare e ricercare sempre la straordinaria libertà di poter scegliere, di creare un’alternativa e di sentirsi tanto audaci da poter giocare con le idee, con le tecniche, con i materiali, padroneggiando il mestiere per esprimere significati sempre nuovi, che facciano ringiovanire il nostro sguardo e che riattivino la nostra mente.
Categoria importante per l’arte contemporanea, metafora che rappresenta l’elemento bellicoso dell’essere umano ma anche il suo aspetto relazionale, il ludico viene interpretato dai maestri artigiani e dai designer scelti per questa edizione della nostra rivista in maniera a volte inaspettata: leggerete storie vere, di persone che hanno saputo trasformare la passione per il “gioco” in un codice che aiuta a uscire dalla banalità, per ritrovare la felicità del fare.

Le evocazioni surreali eppure così familiari di Fornasetti; i giochi geometrici di Dalisi; l’ironia del quotidiano che Manuela Crotti riempie di incanto; le strutture fiabesche di Betti; e ancora, i giochi “da grandi” fatti a mano per trasmettere la preziosità dei momenti trascorsi insieme,
il caleidoscopio di colori dei mixologists, la proteiforme bellezza dei gioielli di Van Cleef & Arpels, fino ai dialoghi tra artigiani e designers che, per il Salone del Mobile, racconteremo tramite Doppia Firma. Ritrovare la potenza del codice ludico nelle nostre vite significa cogliere la scelta di coraggiosa libertà fatta da tutti questi maestri: prendersi la responsabilità di trasformare la propria vita, e il proprio lavoro, in una partita a scacchi con se stessi, con il proprio talento, con le regole del gioco, per far sempre affiorare sul nostro viso l’elemento che ancora oggi rende affascinante la Monna Lisa – il sorriso.

Alberto Cavalli

Alberto Cavalli

Alberto Cavalli è direttore generale della Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte. Laureato in Scienze Politiche presso l’Università Cattolica di Milano, giornalista e scrittore, collabora stabilmente con numerose riviste ed è autore di saggi e contributi editoriali. Dal 2014 è titolare della cattedra di “Mestieri d’arte e bellezza italiana” presso il Politecnico di Milano. Nel 2016 diventa executive director della Michelangelo Foundation for Creativity and Craftsmanship. È curatore generale di Homo Faber Event.

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