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Mente, mano, macchina

Testo di Alberto Cavalli

Nel 2021 si è celebrato il cinquecentenario di Josquin Desprez, sommo polifonista fiammingo, che compose i suoi mottetti più celebri e raffinati proprio in Italia, tra Roma, Ferrara e Milano. La Milano che accolse Josquin era evidentemente un luogo speciale: presso la corte ducale poteva accadere di imbattersi in Leonardo da Vinci, le botteghe della città creavano i panni auroserici più belli del mondo, le manifatture di armi e gioielli non avevano rivali in tutta Europa.

Un excursus trasversale tra le eccellenti manifatture del made in Italy, produttrici di capolavori senza tempo. Né botteghe né atelier né imprese, le manifatture affermano la centralità dell’alto artigianato che deve essere costantemente preservato e tramandato.

Di questa eccellenza produttiva, comune non solo a Milano ma a moltissime città italiane del Rinascimento, restano ancora oggi i segni vitali e le alte artigianalità, espresse ogni giorno grazie al lavoro degli ideali prosecutori di quella fortunata stagione: le manifatture. Eredi di un illustre passato o di recente creazione, le manifatture (ricorda Franco Cologni nel suo Ri-sguardo) non sono né botteghe né atelier né imprese: sono un’espressione produttiva del tutto particolare, e che per noi diventa il paradigma di un made in Italy contemporaneo, consapevole e creativo.

La storia ci ha consegnato un’eredità importante, che da sempre richiede un’attenzione speciale per essere non solo tutelata, ma anche tramandata. Ai tempi della Serenissima, per esempio, i Maestri vetrai godevano di importanti privilegi, ma erano anche obbligati a non lasciare mai la Repubblica, perché i segreti del loro mestiere non attraversassero le acque di Murano. Nel XVIII secolo, a Firenze, il marchese Carlo Ginori – contagiato dalla febbre dell’oro bianco, la porcellana, che divampava tra le case reali europee – creò una scuola all’interno della sua fabbrica di porcellane, dove i Maestri erano gli stessi artisti e gli allievi erano le maestranze più valide e volenterose. E gli esempi potrebbero moltiplicarsi, portandoci a riflettere sull’evoluzione delle manifatture italiane, mai scorporata dal contesto socio-culturale dei distretti artigiani. Il presente ci consegna quindi un’idea di manifattura legata a un passato splendido e avventuroso. Ma come possiamo immaginare le manifatture del futuro? Dal Rinascimento a oggi il loro valore, articolato in un costante equilibrio tra la mano e la macchina, continua a essere un punto cardine del sistema economico italiano: riflettere sul loro futuro significa quindi investire su un’idea di Italia come “manifattura resiliente”, capace di assorbire i colpi, rimettersi in gioco e produrre costantemente bellezza.

Questo numero di Mestieri d’Arte & Design. Crafts Culture vuole così celebrare compleanni speciali, anniversari ultracentenari e nuove prospettive di queste officine del fare; ma vuole anche raccontare i gesti attenti, frutto di un know-how prezioso, e la qualità nelle lavorazioni dei migliori Maestri artigiani, le cui mani sono le indiscusse protagoniste dei processi all’interno di ogni manifattura. Dall’oro e dalle pietre preziose sapientemente lavorati da Buccellati, ai dialoghi tra Ginori 1735 e i grandi architetti e designer che ne hanno interpretato l’eccellenza; dai cento anni della leggendaria Venini all’alchimia del metallo di De Castelli; dagli intarsi di Promemoria agli organi dei Ruffatti e ai segreti di Cartier, ricercati e pregevoli sono gli esempi che abbiamo selezionato, da leggere attraverso il punto di vista di Ugo La Pietra.

E per finire, anche la natura abbraccia l’idea del fatto a mano. Con orgoglio e soddisfazione presentiamo infatti la rosa “Mestieri d’Arte”, poetica metafora della rivitalizzazione del made in Italy, fragile ma potente allo stesso tempo, ibridata per Fondazione Cologni da una realtà manifatturiera unica nel suo genere: Rose Barni, che a Pistoia crea rose d’autore dal 1882. Buona lettura!

Alberto Cavalli

Alberto Cavalli

Alberto Cavalli è direttore generale della Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte. Laureato in Scienze Politiche presso l’Università Cattolica di Milano, giornalista e scrittore, collabora stabilmente con numerose riviste ed è autore di saggi e contributi editoriali. Dal 2014 è titolare della cattedra di “Mestieri d’arte e bellezza italiana” presso il Politecnico di Milano. Nel 2016 diventa executive director della Michelangelo Foundation for Creativity and Craftsmanship. È curatore generale di Homo Faber Event.

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