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Ripartire dal rinascimento

Testo di Alberto Cavalli

I viaggi in Italia di Inigo Jones, del conte di Arundel e di Lord Burlington contribuirono a esportare in Inghilterra lo stile palladiano. Re Francesco i, che accolse Leonardo da Vinci ad Amboise, aveva inviato il suo architetto Jean de l’Orme a studiare le forme costruttive del Rinascimento italiano, perché potesse poi fertilizzare la creatività francese. Goethe formulò la sua teoria dei colori dopo un viaggio a Venezia. Elisabetta i volle che gli alti funzionari del suo regno visitassero le corti italiane e ne apprendessero le strategie politiche e le dinamiche decisionali.

La bellezza è un valore aggiunto, ma è anche un percorso costellato da meraviglie che alla sensibilità, alla percezione della ricchezza e alla varietà della vita, e che accende l’impulso creativo. Favorendo il “Rinascimento”: un modello che in Italia è eredità storica ma anche propensione e tendenza. Ieri, oggi, domani.

L’Italia ha sempre saputo suscitare meraviglia, stupore, ammirazione; era ed è una meta imprescindibile per coloro che cercano la bellezza e l’eccellenza. E che, varcate le Alpi o solcati i mari, trovavano e trovano decine di città d’arte, di scenari naturali lussureggianti, di luoghi in cui la mano dell’uomo è intervenuta sul paesaggio per esaltarne la bellezza e trarne nutrimenti terrestri senza dimenticare quelli, per così dire, celesti. Oggi dobbiamo tornare a guardare all’Italia con quegli occhi, e ad amarla con quello spirito: lo spirito dei Rinascimenti.

Perché l’Italia ha conosciuto non uno, ma tanti Rinascimenti. Quello storico e leggendario dei secoli xv e xvi, naturalmente: un periodo che più si allontana temporalmente da noi e più ci ispira e ci affascina, con le sue figure titaneggianti di filosofi, artisti, maestri, condottieri. Ma anche quei Rinascimenti che avvengono ogni volta che qualcuno si innamora della nostra cultura, del nostro territorio, delle nostre arti e dei nostri mestieri: la bellezza italiana rinasce quando uno sguardo attento, in grado di passare dalla visione alla percezione, ridà vita, anima e calore a forme magnifiche che chiedono di essere amate.
Forme plasmate da artefici che ancora oggi inventano le nuove declinazioni del bello: artigiani e designer, architetti e artisti, appassionati e collezionisti. Il Rinascimento esce dalle categorie della storia per diventare un modello che non tramonta mai, e che in Italia trova ogni giorno terreno fertile per svilupparsi e nutrire, con generosità e passione, tutti coloro che all’Italia sanno guardare non come a una miniera da sfruttare, ma come a un vivaio da cui trarre frutti inebrianti e nutrienti.

Questo numero di Mestieri d’Arte & Design. Crafts Culture parla di tutti questi meravigliosi Rinascimenti. Che passano dalle botteghe degli artigiani (veri eredi del
talento rinascimentale); che emergono dalle collezioni dei musei (ogni oggetto antico è stato contemporaneo, come rivelano le ceramiche dei Farnese); che si inverano negli atelier e nelle aziende del miglior Made in Italy (design e moda, per esempio, qui rappresentati tra gli altri dai Fratelli Boffi e da Dolce & Gabbana); e che permettono di trasformare con arte materiali preziosi (corallo, oro, gemme, pietre dure, legni, marmi, vetro… pensiamo alla Saliera di Benvenuto Cellini) in manufatti che il mondo amerà e conserverà con cura.

Cura: ovvero tempo, amore, sollecitudine, attenzione. Questa è la parola che attraversa il giornale che avete tra le mani (mani, come quelle collezionate da un curioso ricercatore!): fare le cose con cura, conservarle con cura, parlarne con cura, prendersene cura. La Fondazione Cologni lo fa da venticinque anni. E ci invita, attraverso le parole del presidente Franco Cologni, a riconoscere che ogni gesto creatore e consapevole è già un atto rinascimentale. Buona lettura!

Alberto Cavalli

Alberto Cavalli

Alberto Cavalli è direttore generale della Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte. Laureato in Scienze Politiche presso l’Università Cattolica di Milano, giornalista e scrittore, collabora stabilmente con numerose riviste ed è autore di saggi e contributi editoriali. Dal 2014 è titolare della cattedra di “Mestieri d’arte e bellezza italiana” presso il Politecnico di Milano. Nel 2016 diventa executive director della Michelangelo Foundation for Creativity and Craftsmanship. È curatore generale di Homo Faber Event.

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