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Un dopo in cui le cose dovranno cambiare

Testo di Ugo La Pietra

Nel 1972, anno della grande crisi energetica, Ettore Sottsass, il designer più famoso (all’ingresso del suo studio faceva bella mostra una targa in bronzo con la scritta “Olivetti”), incaricato come curatore del settore design della XV Triennale di Milano, impose di non presentare oggetti ma solo audiovisivi, forse anche influenzato dai discorsi di noi giovani designer radicali. Sembrava quasi immorale aumentare la proliferazione degli oggetti di consumo in un momento di crisi così profonda!

La ricchezza di arte e tradizioni in un territorio costellato da poliedriche diversità è una risorsa già disponibile da cui ripartire per una possibile rinascita non solo economica ma anche culturale: riaffermare il valore e l’attenzione del come e del perché si produce, sul disvalore dell’eccedente sostenuto da un mercato globalizzato.

Oggi, in questi tempi di “pandemia”, anche gli organizzatori del Salone del Mobile ci invitano a produrre documenti e progetti audiovisivi, in attesa di riprendere “da dove eravamo rimasti”. Ma le cose stanno cambiando profondamente. Dopo, tutti sanno che ci sarà “un dopo”, dopo le cose dovranno cambiare. Dovranno cambiare perché la nostra società, profondamente impoverita, potrà rinascere solo se supererà il modello che sostiene un mercato globale e di comunicazione superficiale; la rinascita dovrà passare attraverso il lavoro “reale”, superando il modello di una società che si arricchisce tramite le speculazioni delle banche e del mercato finanziario.

“Diversità contro globalizzazione”: è stato, e lo è ancor di più oggi, un percorso che ha visto, fin’ora, solo pochi di noi impegnati nel tentativo di valorizzare le risorse dei nostri territori, un percorso che necessariamente dovremo sviluppare e sul quale dovremo basare un modello sostenibile di ripartenza. Per uscire dalla grave crisi che ci attende, superata la pandemia, il modello operativo, lo slogan per tutti, dovrà quindi essere “ritorno al lavoro”, ma un lavoro reale. E chi meglio delle nostre eccellenze artigiane potrà segnare la strada di questo possibile “rinascimento”?

Le nostre risorse partono da tutto ciò che, nei secoli, è stato sedimentato nei nostri territori: cultura, arte, artigianato, costume, tradizioni, diversità. Il debito che ci porteremo sulle
spalle, ancora più pesante di prima, potrà essere affrontato con la “ricostruzione del lavoro”: un lavoro reale e concreto, che coinvolga direttamente le nostre vere risorse. Non sarà autarchia, ma consapevolezza del significato e del valore dell’operare, proprio come è sempre stato all’interno del mondo artigiano. Impareremo anche a consumare meglio, e con maggiore attenzione, rispetto a “come” e “perché” si produce.

Le arti applicate e un “design territoriale” diventeranno sicuramente nuovi modelli di produzione e di consumo; potremo “fare” e “vendere”, non solo i nostri paesaggi e le nostre bellezze d’arte storiche, ma anche la nostra capacità di fare impresa e di produrre nel rispetto delle risorse disponibili senza alterarne l’equilibrio. Così, il modello che oggi ci appare come quello a cui fare riferimento per la nostra futura rinascita, è quello della struttura artigiana, nel senso di un luogo di produzione dove il guadagno è il risultato di un lavoro fatto di “cose concrete”.

Siamo un Paese con una radicata capacità di risparmiare denaro, e abbiamo dimostrato di aver conservato anche la capacità di “saper fare”. Solo due generazioni fa, tutti gli italiani all’estero erano noti per la loro capacità di cantare, suonare uno strumento, realizzare “cose belle e di valore”. Dobbiamo ritrovare questa nostra eccellenza, partendo dalle Accademie, quelle Accademie che nel Rinascimento dialogavano con il mondo artigiano fornendo cultura e progetto, un intreccio tra saper progettare e saper fare che ha costruito il Paese che meglio ci rappresenta.

Ugo La Pietra

Ugo La Pietra

Artista, architetto, designer e soprattutto ricercatore nella grande area dei sistemi di comunicazione. La sua attività è nota attraverso mostre, pubblicazioni, didattica nelle Accademie e nelle Università. Le sue opere sono presenti nei più importanti Musei internazionali.

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