Il legno si fa gioco

di Giovanna Marchello

fotografie di Andrea Zambelli

pubblicato su Mestieri d’Arte & Design. Crafts Culture n. 26 Aprile - 2023

Nel suo cammino professionale, Andrea Zambelli ha sviluppato un approccio al mestiere che abbraccia solide competenze artigianali e una precisa visione progettuale. Muove i primi passi nella natia Bologna: quando è ancora un giovane studente universitario, apprende tutti i segreti del legno andando a bottega da un antiquario-restauratore, capisce che quella è la sua strada, lascia gli studi e, finita la formazione, apre un atelier tutto suo.
 

La filosofia progettuale di Andrea Zambelli, sviluppata nell’ambito della collaborazione con Nat Wilms in Hlllsideout e che prosegue oggi nel suo percorso personale, esprime la necessità di realizzare opere di design funzionali e durabili, dalla forte dimensione ludica, in cui il recupero di oggetti antichi e reinventati assume un ruolo centrale.

 

Un percorso durato 15 anni, durante il quale comincia a sperimentare con materiali diversi, come la resina e il cemento, che insieme alle tecniche costruttive antiche del legno diventano il punto di partenza del suo linguaggio espressivo. Il desiderio di aprire i suoi orizzonti e trovare nuovi stimoli creativi lo porta a Berlino, dove nel 2009 fonda Hillsideout in partnership con Nat Wilms, artista laureata in Scultura all’Accademia di Belle Arti di Bologna e specializzata presso la Universität der Künste di Berlino. 

 

«La nostra visione,» spiega Zambelli, «era in contrasto con quella del mondo effimero del design, che ogni anno ti impone di sfornare pezzi nuovi. Volevamo realizzare oggetti veri, materici, che durano nel tempo. E dare una storia a ogni pezzo.» Dal loro sodalizio prendono vita progetti che coniugano in modo organico non solo le dimensioni dell’invenzione e del saper fare, ma anche del gioco. Un gioco fatto di accostamenti di materiali e colori, di oggetti antichi recuperati e reinterpretati in un’ottica contemporanea, di allegorie e simbolismi. Come la Social Love Thonet bench nata durante il lock-down del 2020. Nelle Thonet originali è inserita una seduta in acrilico con un mosaico di tasselli colorati ricoperti in resina trasparente. Rappresenta il distanziamento sociale, con una parte più maschile e una più femminile, a generare un armonico disequilibrio. 

Ma anche di giochi veri e propri, come il tavolo da biliardo Mexico, che creano nel 2014 per la galleria Rossana Orlandi. Del 2017 il primo biliardo della serie Black Light Tropics costruito, sempre in collaborazione con la storica ditta Hermelin di Milano, al rientro da una residenza in Brasile, nel quale mescolano un certo stile neoclassico europeo con il caos di San Paolo. Nella stessa serie realizzano anche un paravento con inserti in vetro di Murano ispirato agli ultimi indigeni Caduvei della giungla brasiliana. Quando viene appoggiato sopra il biliardo, lo trasforma in un tavolo monumentale. 

 

L’esplorazione della dimensione ludica abbraccia altre creazioni, tra cui Chaturanga, che si rifà alle origini degli scacchi quando, nel VII secolo, un maharaja indiano che aveva perso un figlio in battaglia riesce, attraverso il gioco, a non pensare alla sua morte. La metafora della guerra si concretizza nelle gambe del tavolo, formate da quattro proiettili in legno tornito. E ancora, la valigetta-scacchiera con pedine in stile Bauhaus che all’interno contiene una tavola da backgammon. Realizzato come tutto il catalogo di Zambelli in legno proveniente dagli scarti della produzione industriale in Brianza, anche questo pezzo riflette la filosofia del recupero e del riuso. Così come il calciobalilla Futbolin, nato dall’incontro con lo scultore Michele Balestra. Tornando in Italia, Zambelli decide di stabilirsi a Milano perché, spiega, «Berlino è diventata una specie di Silicon Valley, non è più stimolante da un punto di vista creativo. Qui invece c’è tutto: gli artigiani, il territorio e la dimensione più piccola, che rende tutto più accessibile.» Proprio da Milano riparte l’avventura di Andrea Zambelli Design, in un percorso di introspezione dal quale sbocciano nuove creazioni come l’orologio alto due metri che viene presentato al Salone del Mobile di quest’anno. «Riguarda il mio senso del cambiamento, della mia percezione del tempo. Le linee rette della base rappresentano Hillsideout, mentre le linee stondate, più morbide e organiche, appartengono al mio pensiero di oggi, che non avrei potuto condividere con altri.»
 

 
Altrettanto articolato il messaggio del paravento Tela Do Nascer Do Sol, nel quale i vetri di Murano realizzati dal Maestro vetraio Raffaele Darra riprendono le sfumature dell’alba che Zambelli vedeva quando, durante il periodo Covid, usciva di casa in bicicletta per andare in laboratorio. Al centro del paravento si trova uno specchio-spia: se la luce è forte da un solo lato ci si può specchiare ma chi sta dall’altra parte, al buio, vede senza essere visto, creando un intrigante divertissement. Schiettamente giocosa invece la scacchiera/backgammon da appendere, ideata da Zambelli insieme al figlio di sei anni, che ha disegnato il cane i cui occhi e denti sono rappresentati sul lato backgammon. «Mi piaceva l’aspetto pittorico, dove la bellezza del quadro deriva dalla composizione dei colori naturali dei vari legni.»
 
Andrea Zambelli guarda al futuro con curiosità. Non fa programmi, perché sa che ci pensa la vita a scombinarli. «Ma di una cosa sono certo,» dice. «Voglio continuare a evolvermi senza scendere a compromessi, senza tradire quello che ho in testa. So già che questo mi porterà a percorrere la strada più accidentata, ma è il prezzo che si deve pagare per essere liberi.»

Giovanna Marchello

Giovanna Marchello

Cresciuta in un ambiente internazionale tra il Giappone, la Finlandia e l’Italia, appassionata di letteratura inglese, vive e lavora a Milano, dove si occupa da 30 anni di moda. Segue progetti culturali legati ai mestieri d’arte, collabora con alcune fondazioni ed è luxury goods contributor del mensile russo Kak Potratit.

CONDIVIDI