In piena luce

di Alberto Cavalli

Sabbia, aria, fuoco. Questi sono gli elementi di cui è costituito il vetro. E ad essi Rinaldo Invernizzi, presidente della leggendaria vetreria muranese Barovier & Toso, ne aggiunge un quarto: il talento. Perché senza il talento, l’abnegazione, l’appassionata creatività dei maestri soffiatori del vetro, che trasformano una materia iridescente e informe in un magnifico oggetto trasparente, la fama dell’isola di Murano non sarebbe esistita. E con i suoi 700 anni di storia, Barovier & Toso (fondata sull’isola lagunare nel 1295) ha sempre seguito passo passo le sorti, le vicende e la progressiva evoluzione di Murano, che in tutto il mondo è simbolo assoluto del vetro artistico soffiato a bocca.

Nell’antico edificio che si affaccia sul Rio dei Vetrai, a Murano, interamente riprogettato per trasferire nel futuro i settecento anni di storia di Barovier & Toso, l’incanto dell’arte del vetro soffiato rende omaggio al talento degli artigiani e all’isola che tutela un patrimonio unico al mondo.

Celebrata per i suoi monumentali lampadari a gocce che evocano gli splendori dell’età d’oro di Venezia, e al tempo stesso estremamente attenta alle tendenze contemporanee, Barovier & Toso ha deciso di recente di mostrare al mondo la propria identità nel luogo che è stato testimone della sua nascita e del suo successo: Murano, naturalmente. Qui i maestri soffiatori erano custoditi dalla Serenissima come un segreto di Stato; coloro che accettavano l’offerta di andare all’estero per rivelare i segreti del vetro di Murano venivano perseguiti o – secondo una cruenta diceria – addirittura uccisi dagli emissari della Repubblica di Venezia. La maestria artigianale costituiva infatti un vantaggio competitivo e un fattore di prestigio nazionale e come tale veniva preservata e protetta. Oggi il vetro di Murano sta senza dubbio attraversando un periodo difficile: assediato da altri tipi di produzione, minacciato dalla carenza di artigiani, continua comunque ad attrarre artisti e designer di talento e tuttavia corre il rischio di perdere il lustro che l’ha contraddistinto per secoli. Per dare nuova vita a una prerogativa riconosciuta in tutto il mondo, che ora però necessita di un’iniezione di energia, Barovier & Toso ha deciso di investire nell’isola che le ha dato i natali aprendo uno spazio spettacolare e senza precedenti, dove narrare la propria storia, ricevere i clienti, celebrare la gloria di Murano. Palazzo Barovier & Toso, che si affaccia sul Rio dei Vetrai, è un luogo unico nel suo genere: su un’area di oltre 900 metri quadri la magia del vetro coesiste sia con la splendida tradizione dell’azienda, sia con le sue luminose (in tutti i sensi) prospettive per il futuro.

Interamente riprogettato dallo studio di architettura Calvi Brambilla, Palazzo Barovier & Toso ospita anche straordinarie opere d’arte di Jason Martin, Brigitte Kowanz e Astrid Krogh. «La nostra sede precedente era molto piccola», ammette Rinaldo Invernizzi. «Abbiamo quindi fatto del nostro meglio per trasformare un’esigenza in un’opportunità. L’ispirazione per il Palazzo è scaturita da quattro elementi che io considero i pilastri della nostra azienda. Prima di tutto, la nostra storia: con alle spalle settecento anni di presenza ininterrotta a Murano e nel mondo, abbiamo una vicenda grande e autentica da raccontare. In secondo luogo, il nostro essere veneziani, le nostre radici: ci troviamo infatti nella felice posizione di poter legittimamente vantare questa origine. A ciò si affianca la necessità di catturare sempre uno spirito contemporaneo, lo spirito dei tempi: volevamo sottolineare questo tratto distintivo anche disseminando opere d’arte nello showroom. Un equilibrio delicato ma cruciale tra elementi storici e attuali, che ritengo abbia trovato un’ottima sintesi nelle armoniose proposte dei nostri architetti Calvi e Brambilla. Infine, avevamo l’esigenza di esporre e valorizzare al meglio i nostri pezzi: in realtà, la vocazione ultima di un Palazzo così complesso e articolato è dialogare con i suoi contenuti, porsi per così dire al servizio degli oggetti. E poi, a livello personale, volevo fortemente creare qualcosa di bello, che non fosse mai esistito prima».

Particolarmente attiva in Russia, Cina e Stati Uniti, Barovier & Toso (che è comunque presente in oltre ottanta Paesi) dedica questo Palazzo ai suoi clienti speciali, quelli che hanno fatto proprio l’autentico spirito del marchio: uno spirito che si concretizza alla perfezione nel lampadario a gocce Taif che fa bella mostra di sé nell’ingresso – un pezzo monumentale creato nel 1980 per una residenza reale in Arabia Saudita. Il primo piano ospita una serie di spazi monocromi dedicati alle cinque principali tonalità di Barovier: blu, nero, oro, rosso e bianco. Ogni sala propone esempi di ciò che i maestri soffiatori del vetro sono in grado di fare quando reinterpretano la tradizione o quando lavorano fianco a fianco con un designer. Un’esibizione di maestria artigianale che non ha eguali. Un soffiatore può infatti essere considerato un maestro solo dopo anni di esperienza e di pratica: il suo è un lavoro che si apprende sul campo, cercando il più possibile di carpire insegnamenti da chi è più esperto. Barovier & Toso ha scelto di investire per traghettare quest’arte dal mondo di oggi verso il futuro. A tale scopo forma nuovi apprendisti scegliendoli tra i talenti più promettenti e affiancandoli a maestri soffiatori qualificati, che lavorano da anni nelle fornaci dell’azienda. Maestri che mettono la loro competenza a disposizione di giovani di talento, i quali un giorno prenderanno il loro posto perpetuando nel tempo il loro know-how.

Ulteriore e straordinario esempio di questa destrezza, di questa perizia e di questo talento che si riverberano nel contemporaneo, permettendo alla tradizione muranese di esprimersi in forme suggestive e atemporali, è la nuova collezione di lampadari denominata emblematicamente Venezia 1295. La collezione, che comprende 4 lampadari e una lampada da parete, esalta il motivo del “rostrato”: una tecnica inventata direttamente da Ercole Barovier quasi cento anni fa, che permette di esaltare la tridimensionalità degli elementi in vetro e che si innesta nella ricca eredità di scoperte e intuizioni degli “antichi” Barovier. Artigianalità e design, splendore e tecnologia continuano a guidare i visitatori che hanno accesso al piano superiore. Qui, nei saloni coi soffitti dalle travi a vista, sono esposti i grandi lampadari a gocce realizzati in tutti gli stili che Barovier & Toso padroneggia – ossia, una suggestiva linea che si snoda tra il Barocco e il futuro. La presenza di spazi dedicati al ricevimento dei clienti, come un caffè, è indice di come Barovier & Toso sia anche aperta ad accordi con altri marchi per un mercato contract, collaborando con brand della moda, hotel e ristoranti. Luoghi nei quali i magnifici lampadari non sono solo oggetto di ammirazione ma strumento per consolidare l’identità dello spazio.

Alla domanda se il Palazzo sia un punto d’arrivo o una nuova partenza, Rinaldo Invernizzi sorride e si riallaccia ai valori del marchio: «Questa è la nostra casa, un posto in cui accogliamo i nostri ospiti per mostrare loro chi siamo e in che cosa crediamo. Crediamo nell’eredità culturale: la capacità di trasmettere da una generazione all’altra la tradizione dell’arte vetraria. Crediamo nella passione: la bellezza, in questo campo, si può ottenere soltanto se metti davvero il cuore in ciò che stai facendo. E crediamo nell’eccellenza, che è ciò che Barovier & Toso garantisce in ogni singola fase del processo creativo e produttivo».

Alberto Cavalli

Alberto Cavalli

Alberto Cavalli è direttore generale della Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte. Laureato in Scienze Politiche presso l’Università Cattolica di Milano, giornalista e scrittore, collabora stabilmente con numerose riviste ed è autore di saggi e contributi editoriali. Dal 2014 è titolare della cattedra di “Mestieri d’arte e bellezza italiana” presso il Politecnico di Milano. Nel 2016 diventa executive director della Michelangelo Foundation for Creativity and Craftsmanship. È curatore generale di Homo Faber Event.

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