L’estetica della praticità

di Akemi Okumura Roy

fotografie di Rinko Kawauchi per Michelangelo Foundation

Gli “Atelier delle Meraviglie” è una mostra che cattura i momenti creativi di 12 maestri artigiani giapponesi designati “Conservatori di Proprietà Culturali Immateriali” (più comunemente noti come Ningen Kokuho, o Tesori Nazionali Viventi) attraverso l’occhio artistico della premiata fotografa Rinko Kawauchi. L’esposizione è allestita nel rinascimentale Chiostro dei Cipressi della Fondazione Giorgio Cini. Le foto di grande formato sono sia disposte sulle pareti, sia stampate su teli che fluttuano sulle traverse in ferro di uno dei lati del chiostro. Essendo all’aperto, la luce naturale esalta le immagini pure e poetiche di Rinko Kawauchi, che offrono una rara opportunità di vedere i maestri al lavoro nei loro atelier. In questo spazio pieno di luce, le foto invitano lo spettatore a entrare in un prezioso mondo fatto non solo di capolavori, ma anche di mani che lavorano, di strumenti di valore inestimabile ereditati dai predecessori e di bellissimi materiali naturali.

Lo scatto immortala l’istante della creazione. Arte nell’arte, le suggestive immagini della fotografa Rinko Kawauchi catturano la poesia dei gesti lenti e pazienti di 12 Tesori Nazionali Viventi giapponesi, talenti dalle competenze eccezionali.

 

Rinko Kawauchi ha sia progettato sia curato la mostra: «Ho selezionato le scene di lavoro di ogni artista e l’equilibrio della composizione generale in modo che tutto appaia il più vario possibile. Ho anche cercato di creare una composizione risonante che offra più livelli di lettura, combinando le fotografie dei 12 Tesori Nazionali Viventi, ciascuno così pieno di individualità.» Attraverso il suo obiettivo, la fotografa cattura il tradizionale complesso di kôgei (un termine giapponese che incarna la radicata cultura dell’alto artigianato) tramandato di generazione in generazione attraverso l’impiego di tecniche tradizionali (waza in giapponese), che solo gli esseri umani sono in grado di padroneggiare. Infatti, gli artigiani impiegano decenni per sviluppare queste eccezionali abilità artistiche: un processo altamente specializzato che richiede tempo, perizia e pazienza. Dato che tutto è fatto a mano – e ogni processo è lunghissimo e incredibilmente preciso, richiedendo non solo concentrazione e attenzione, ma anche “devozione” – per realizzare alcuni oggetti possono volerci diversi anni.

 

 

Durante le riprese, la famosa fotografa giapponese ha potuto riflettere sulla quantità di tempo, lavoro manuale, concentrazione, pazienza e abilità che ci vogliono per creare un’opera d’arte coltivata per molti anni. «È la stessa cosa in ogni mestiere», dice, «anche nel mio lavoro. È stata una grande esperienza per me incontrare questi 12 Tesori Nazionali Viventi e imparare da loro l’autenticità dell’artigianato.» I maestri visitati e fotografati da Kawauchi sono specializzati in una varietà di kôgei tradizionali: urushi con tecnica maki-e (lacca); chiku kôgei (lavorazione del bambù); tsumugi-ori (tessitura di seta grezza); bizen, iroe e koishikawa-yaki (ceramica); tankin (lavorazione dei metalli); mokkogei (lavorazione del legno), bambole toso, yuzen (tintura di tessuti), tate nishiki (broccato); kyushitsu (rivestimento in urushi). La parola giapponese kôgei viene tradotta in italiano come “artigianato”, ma il suo significato è più profondo, perché indica la creazione di opere d’arte che combinano il valore estetico con la praticità. Infatti, si dice che il significato originale del carattere cinese che lo rappresenta sia “una persona che collega il cielo e la terra”.

 

 

I soggetti delle fotografie spaziano da oggetti di uso quotidiano a pezzi ornamentali, ognuno dei quali è un capolavoro “creato con la natura”. I Tesori Nazionali Viventi lavorano con tale precisione, finezza, eccezionali Waza e delicata sensibilità che è difficile credere che si tratti di opere create dalla mano dell’uomo. Attraverso la fotografia di Kawauchi, ogni spettatore assiste al “momento prezioso” della creazione di un’opera d’arte storica. Ho avuto il privilegio di intervistare alcuni dei Tesori Nazionali Viventi ritratti da Kawauchi. In comune hanno la modestia e una fede incrollabile nel kôgei tradizionale: «Tutti i materiali sono doni della natura», dicono, «con la quale dovremmo vivere in armonia. L’essenza della cultura giapponese non è solo quella di tramandare i waza tradizionali e la bellezza, ma anche di combinarli con la nostra creatività e i nostri stili unici, che diventeranno una tradizione per le generazioni future. L’arte dovrebbe essere una fonte di gioia e di nuova vita sin dal momento della nostra nascita.»

 

 

Il loro approccio si lega anche al lavoro di Kawauchi, poiché il mondo naturale è un elemento essenziale anche della sua fotografia, attraverso la quale esplora il tema del cambiamento naturale e dell’ambiente. Gli scatti di Kawauchi hanno una trasparenza unica, caratterizzata da una luce delicata e tenui sfumature di colore. Traboccano di un senso di riverenza verso gli artigiani e di uno spirito di trasmissione della bellezza del kôgei tradizionale. Le sue fotografie catturano un momento nel tempo di ciascun maestro artigiano e delle sue opere, che sono piene di vita e sembrano vivere per sempre.

 

 

Le superbe immagini di Kawauchi tramandano nel futuro le importanti tradizioni e la saggezza dei Tesori Nazionali Viventi che hanno dedicato la loro vita alla conservazione e alla trasmissione del kôgei. «Attraverso questo lavoro,» confida «ho potuto ammirare le infinite possibilità che la mano umana può creare. Vorrei poter condividere questa consapevolezza con tutti.» Grazie a “Homo Faber”, possiamo sperimentare l’arte tradizionale che solo gli esseri umani possono creare in armonia con la natura.

Akemi Okumura Roy

Akemi Okumura Roy

Nata a Tokyo, ha vissuto a Lima e Chicago, ricevendo un'educazione internazionale. Tornata in Giappone, ha lavorato nella comunicazione ed è stata responsabile delle pubbliche relazioni e della pubblicità di molti importanti marchi della moda e del lusso. Ora vive in Scozia insieme al marito, fotografo britannico, ed è coordinatrice per diversi media giapponesi.

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