Una storia artistica fiorentina

di Maria Pilar Lebole

fotografie di Ginori 1735

Piene di grazia, sofisticate e audaci, colorate ed eleganti sono oggi le collezioni di Ginori 1735, azienda che rappresenta da quasi tre secoli uno tra i principali marchi mondiali nel settore del lusso e del lifestyle, espressione dell’eccellenza italiana nella porcellana pura e nel design di altissima qualità.

Ginori 1735: un moto perpetuo tra tradizione e innovazione. Dal genio di Gio Ponti alla collaborazione con designer, si consolida il successo della storica Manifattura di porcellane italiane, in continua evoluzione ed espansione.

Le collezioni della Manifattura costituiscono un perfetto punto d’incontro tra tradizione e innovazione con proposte per la tavola, oggetti d’arte e per il living, gift, posate, cristalli e articoli tessili, espressione di una passione per la cultura, i colori, l’arte e l’ospitalità tipicamente italiani.
La storia inizia nel 1735 a Doccia, a due passi da Firenze, quando il marchese Carlo Andrea Ginori, ispirato dalla passione per l’oro bianco, avvia una fabbrica di porcellana destinata a diventare un’icona di stile in tutto il mondo. Fin dagli esordi è evidente il profondo legame con la cultura fiorentina, tanto da tracciare un ideale collegamento tra la sperimentazione cinquecentesca, l’innovazione del XVIII e XIX secolo e l’attuale indirizzo produttivo. Carlo Ginori fu un attento riformatore che, con lungimiranza, si ispirò alle manifatture europee, come la viennese Du Paquier o la tedesca Meissen, o alle fabbriche francesi, soprattutto quella di Sèvres.

Nello slancio verso la modernità, che anticipava il rinnovamento illuminista introdotto a Firenze dai Lorena, il marchese Ginori conciliò le innovazioni delle manifatture transalpine con la tradizione ceramica toscana. Favorì l’innesto di maestranze straniere per migliorare le materie prime, i colori, le strutture di cottura, ma non trascurò il ruolo svolto dagli artigiani per l’abilità manuale e la capacità di ideare soluzioni adeguate ai canoni estetici del periodo.
L’Ottocento, con il passaggio dal secolo della ragione a quello del sentimento, segna un nuovo capitolo nel gusto artistico e della fabbricazione della porcellana. Nel 1806 la direzione della Manifattura passa a Leopoldo Carlo Ginori Lisci e il giovane erede dimostra immediatamente di avere una visione imprenditoriale ampia, avviando un processo di profondo rinnovamento. Nel 1896, dalla fusione con la Società Ceramica Richard, di origine lombarda, nasce la Società Ceramica Richard Ginori.

La tradizione dei Maestri artigiani incontra in questo modo nuove tecnologie e le creazioni si perfezionano grazie all’impiego di nuovi brevetti. La svolta decisiva nella produzione è legata a Gio Ponti, direttore artistico della Manifattura dal 1923 al 1930. In quegli anni di grande fermento culturale, la Ginori si trasformava in fabbrica e si adeguava alle novità del nascente design industriale, che imponeva nuovi ritmi: dalla progettazione alla realizzazione, affidata all’abilità degli “artieri”, capaci di rinnovarsi assimilando i nuovi principi dello stile déco.

La preferenza accordata a forme essenziali, architettoniche, le decorazioni geometriche imposero la Manifattura sul mercato nazionale e internazionale, per la sofistica eleganza ispirata alla classicità. Gli accostamenti cromatici come il “blu Ponti”, rilettura del tradizionale lapislazzulo, e il “gran rosso” che ricordava le lacche orientali, ne accrescevano il fascino.
Tale svolta resta confermata ancora oggi nella suggestione della collezione Labirinto, che ripete in modo simmetrico e modulare il motivo a greca in un rigore ispirato ai repertori architettonici del XVI secolo. Ugualmente i vasi della collezione Arte di Gio Ponti diventano fondali scenici dove i tratti regolari evidenziati dai colori intensi, sono tuttora sinonimo dell’inventiva e della perfezione tecnica e decorativa raggiunta.

Negli anni dell’immediato dopoguerra, che segnano la ripresa di consuetudini quotidiane e ludiche, l’attenzione dei designer che lavoravano per la Manifattura fu rivolta ai servizi da tavola, da tè e da caffè che interpretavano le novità diffuse dal design scandinavo, con anse inclinate e manici eccentrici, funzionali ma di insolita bellezza. Artefice di queste novità fu Giovanni Gariboldi che, nel 1953-1954, disegnò oggetti come la teiera Ulpia e la caffettiera Donatella in porcellana bianca o con colori tenui. Queste creazioni, presentate nelle esposizioni internazionali, riscossero il plauso della critica e del pubblico come esempi di innovazione estetica e sociale. Dal 1980 designer italiani di altissimo livello hanno collaborato con Ginori 1735 per creare progetti basati sul concetto dell’eccellenza. Nel 1985, per le celebrazioni dei 250 anni della Manifattura, fu indetto un concorso per nove progetti per la tavola: i servizi Nuvola di Sergio Asti, Odissea di Marco Albini, Franca Helg e Antonio Piva, i prototipi ergonomici di Angelo Mangiarotti, le soluzioni geometriche e funzionali di Gianfranco Frattini, le forme di assoluta razionalità di Aldo Rossi.

Nel 2013, la Manifattura viene acquisita da Gucci e la direzione artistica affidata ad Alessandro Michele. Nel 2016 passa sotto il diretto coordinamento del Gruppo Kering, mentre la direzione creativa viene affidata a un team di designer interno. Oggi la Manifattura torna alle sue radici, diventando Ginori 1735 con l’obiettivo di puntare maggiormente sulla propria legacy, con un’evoluzione verso il settore del lusso e del lifestyle e un respiro sempre più internazionale, che può contare su una rete distributiva composta dai flagship store di Firenze e Milano, dallo store monobrand di Mosca, da una rete di rivenditori autorizzati in Italia, da punti vendita in selezionati Department Store e Specialty Store multimarca di alto livello nel mondo, oltre che da un canale e-commerce che raggiunge ben 31 Paesi.

Maria Pilar Lebole

Maria Pilar Lebole

Giornalista, dirige la rivista OMA ed è responsabile di Osservatorio dei Mestieri d’Arte per Fondazione CR Firenze. Da oltre venti anni è impegnata nella ricerca e promozione dell’artigianato artistico con iniziative e progetti culturali, tra cui mostre, contest dedicati alle giovani promesse dell’artigianato artistico, esperienze di didattica e di formazione per i mestieri d’arte.

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