Volano farfalle

di Marina Jonna

fotografie di Studio Fornasetti

pubblicato su Mestieri d’Arte & Design. Crafts Culture n. 26 Aprile - 2023

Fornasetti, un nome che evoca decorazioni mai convenzionali, ironiche e provocatorie. Sinonimo di immagini surreali e mondi fantastici che diventano arte. Iniziamo così il nostro viaggio tornando alle sue origini, negli anni Quaranta, quando Piero Fornasetti, artista eclettico e raffinato tra i più prolifici del Novecento, decide di dar vita all’omonimo Atelier di Milano per realizzare il suo sogno: quello di produrre industrialmente oggetti di uso comune impreziositi da una componente decorativa, artigianale, in grado di trasformarli in veri e propri pezzi d’arte.

 

Un viaggio all’interno dell’Atelier Fornasetti dove i mobili, gli accessori e le porcellane prendono vita grazie a un immaginario potente che non smette di affascinare e sorprendere.

 

 

Un luogo, il suo Atelier, in cui la creatività diventa libera di fluttuare tra immaginazione, sogno, gioco, follia e applicazione pratica, e dove prendono forma oggetti e decori grazie alle sapienti mani degli artigiani. «Ogni singola immagine è un’ispirazione, un punto di partenza che può dar vita a infinite variazioni,» come Piero Fornasetti raccontava. Escono così dalla sua fertile matita volti, parti di corpo, farfalle, civette, capitelli, il sole, le carte da gioco, gli arlecchini, gli autoritratti, che si posano su mobili, complementi e porcellane, dando vita a quella magia unica che, da allora a oggi, non smette di stupire.
Tra questi temi, il più famoso è il volto incantevole di una donna con il suo sguardo magnetico: si tratta di Lina Cavalieri, artista di fama internazionale, vissuta a cavallo tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Dapprima soubrette, poi soprano e infine attrice cinematografica, rimase celebre come “la donna più bella del mondo”. Le proporzioni auree e l’espressione enigmatica di Lina Cavalieri diventano così protagoniste del tema più duraturo di Fornasetti, a tal punto che oggi se ne contano quasi 400 variazioni: ora ammiccante, misteriosa, stupita, sorridente, con i baffi alla Chaplin, gli occhiali o la corona, ora sotto forma di farfalla, mongolfiera, caramella, o ancora, come tatuaggio sul braccio di un marinaio e luna nascosta tra le nuvole.

 

 

Nasce così lo stile Fornasetti, ludico, saturo di spirito e umorismo, il cui principio è quello della “follia pratica”, cifra inconfondibile dell’Atelier, grazie al quale il linguaggio decorativo fornasettiano viene applicato a oggetti d’uso comune, che si fanno portatori di messaggi artistici pur mantenendo la loro funzione pratica. I mobili e i complementi di Fornasetti sono il risultato di una lunga lavorazione eseguita manualmente: la decorazione è trasferita su una superficie laccata mediante serigrafia, la tecnica di stampa nata in Francia negli anni Dieci e adottata già da Piero Fornasetti per la realizzazione delle sue creazioni in sostituzione della litografia. Anche il colore è applicato manualmente dai pittori dell’Atelier, che seguono meticolosamente i bozzetti originali dell’epoca. La superficie decorata e laccata viene lasciata asciugare tra una mano e l’altra per alcuni mesi, processo che sigilla il decoro conferendo all’oggetto la tipica lucentezza e piacevolezza al tatto. Ogni pezzo risulta prezioso e inconfondibile, come anche le porcellane, interamente decorate e dipinte a mano tramite l’applicazione dei decori in serigrafia, prima della cottura a forno.

 

 

L’eredità di Piero Fornasetti e i principi che hanno dato vita all’Atelier sono gli stessi che animano oggi il figlio Barnaba, attuale Direttore Artistico: quella passione che dalla testa si trasferisce alle mani in una continua sintesi di pensiero e azione resta infatti alla base di tutti i prodotti creati dall’Atelier. Insieme al senso del ludico, costante imprescindibile del lavoro di Piero Fornasetti prima e del figlio oggi. Come racconta lo stesso Barnaba: «Il decoro ci invita alla fantasia e, come il gioco, ci fa evadere dalle cose che ci circondano. Posso dire che tutta la mia vita è un gioco a tempo pieno. Giocare è diventata una professione, a tal punto che anche i miei hobby, come per esempio la musica, stanno entrando a farne parte. È come essere in una grande ludoteca.» Se dovesse descrivere Fornasetti con due aggettivi, quali sceglierebbe? «Libero, dagli stereotipi estetici imperanti, dalle mode e dalle etichette. Mio padre mi ha insegnato a lottare per l’autonomia di pensiero e a resistere al conformismo. Ciò non significa assenza di metodo e di regole, perché queste, contrariamente a quel che pensiamo, sono essenziali per far viaggiare libera la fantasia. Il secondo aggettivo è ironico, perché l’estetica di Fornasetti è un’estetica ironica che attinge, in modo colto e consapevole, a secoli di storia visiva: una sorta di remix di figure che fanno parte dell’immaginario collettivo.»

 

 

Lasciamo l’Atelier consapevoli che qui si crea basandosi su due risorse particolarmente preziose oggi: il tempo e il saper fare. Non c’è nulla, infatti, che venga realizzato seguendo una tabella di scadenze predeterminata ma solo ascoltando il ritmo interiore di un tempo dettato dal cuore e dalla passione, che attraverso i gesti viene trasferito agli oggetti. Un tempo non definibile che diventa la dimensione necessaria a far sì che ogni opera sia compiuta al meglio. Chapeau!

 

Marina Jonna

Marina Jonna

Giornalista e architetto ha lavorato in diverse redazioni (La Mia Casa, Casaviva, Panorama.it, Icon Design) con una parentesi come autrice e corrispondente di R101. Dal 2019 collabora come free lance con Interni, Domus, AD, The Good Life, Home Italia e Home USA. Segue anche come design consultant il nuovo inserto sul design di Grazia, oltre a sviluppare progetti di interior design.

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