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L’arte di creare il futuro

Testo di Franco Cologni

La massima espressione della bellezza e dello splendore, ovvero Venezia e le sue terre, e la più alta rivelazione del talento umano, ovvero la maestria artigiana, si incontrano in un luogo magnifico: la Fondazione Giorgio Cini, in occasione della seconda edizione di “Homo Faber: Crafting a more human future”.

Il futuro è nelle mani di chi ha talento, passione, di chi crede nell’unicità. “Homo Faber: Crafting a more human future” è la sintesi tra manualità e poesia, l’esaltazione dello splendore del passato che si proietta nella lucida visione di un futuro più umano.

Una mostra-evento che celebra il lavoro, e la felicità che deriva dal poter trasformare ogni giorno la materia in forme nuove e straordinarie. Un lavoro inteso dunque non solo come labor, ovvero fatica e impegno: questi elementi sono certo presenti nella vita di un maestro d’arte, ma non ne esauriscono il significato. Il lavoro che “Homo Faber” presenta e promuove è più opus, un’operazione necessaria, adamantina, lontana dalla cieca fatica d’insetto che proprio John Ruskin (tra i primi fautori dell’universalità di quanto Venezia rappresenta) stigmatizzava come disumanizzante, quando applicata alle azioni umane. Un lavoro che si nutre di abilità e di poesia, insomma, e che i curatori chiamati a ideare le 15 mostre di cui si compone l’evento hanno saputo cogliere e valorizzare come veri artigiani del gusto, del gesto, delle forme, andando a raccontare una bellezza fatta a mano che scivola verso il futuro e che evoca un passato mai davvero scomparso.

La presenza dei Tesori Nazionali Viventi giapponesi è una chiave di lettura efficace per comprendere il valore dei mestieri d’arte nel mondo contemporaneo: nella loro apparente semplicità, infatti, gli oggetti creati da questi detentori di un patrimonio immateriale di saper fare e di talento propongono un efficace antidoto alla banalità e all’omologazione che rendono opaco il nostro presente, facendoci riscoprire la felicità del fare nella vita di tutti i giorni. La fredda distanza che moltiplica lo spazio tra noi stessi e gli oggetti che ci circondano, di cui in molti casi non conosciamo nulla se non una funzione, prospera oggi più che mai a causa della nostra pericolosa incapacità di contemplare e accogliere la bellezza.

Lasciarsi stupire dalla bellezza significa permettere al talento, alla creatività e alla maestria di rinascere ogni giorno, come “Homo Faber” invita a fare. Per costruire, come auspica il mecenate Johann Rupert, fondatore insieme a me della Michelangelo Foundation for Creativity and Craftsmanship, un futuro più umano: un futuro fatto ad arte, con cura e passione.

La Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte, la Japan Foundation, la Fondazione Giorgio Cini, la Fondation Bettencourt Schueller e gli altri partner che la Michelangelo Foundation ha coinvolto in “Homo Faber” investono e si impegnano perché questi valori, che ci incantano e ci ispirano, possano sempre rappresentare non solo un simbolo dello splendore passato, ma anche la direzione più saggia (e forse più sostenibile) per uno straordinario futuro.

Franco Cologni

Franco Cologni

Franco Cologni è presidente della Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte. Laureato in Lettere e Filosofia presso l’Università Cattolica di Milano, imprenditore, giornalista e scrittore. Per quarant’anni ha collaborato presso Cartier fino a diventarne Presidente Mondo. Nel 2016, insieme a Johann Rupert, Chairman della Compagnie Financière Richemont SA, ha dato vita alla Michelangelo Foundation for Creativity and Crafstmanship. È inoltre fondatore e Presidente del Comitato Culturale della Fondation de la Haute Horlogerie di Ginevra e ha creato, a Milano, la Creative Academy, scuola internazionale di Design e Creative Management del Gruppo Richemont.

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