La ricetta segreta del colore

di Susanna Pozzoli

fotografie di Susanna Pozzoli

Entrare dal grande cancello che nasconde il microcosmo della Fornace Orsoni è come aprire uno scrigno e scoprire gemme e gioielli di mille colori che brillano sotto i nostri occhi. Ultima fornace attiva a Venezia, Orsoni è situata in un luogo incantevole con un cortile alberato e più edifici antichi. È qui che si producono le scintillanti tessere da mosaico in smalto in tutte le cromie, le trentadue varianti di tessere foglia d’oro in tonalità diverse e quelle in vetro, tutte rigorosamente tagliate a mano.

Per ogni colore, tutto inizia con una “ricetta segreta” che ha come ingredienti sabbia, soda, opacizzanti e ossidi metallici che si trasformano in vetro. La Fornace Orsoni è l’ultima fornace storica di Venezia che utilizza gli stessi metodi dal 1888 per produrre mosaici a foglia d’oro, oro colorato e smalti veneziani.

 

Proprio davanti all’ingresso della fornace si trovano grandi casse di legno che contengono gli scarti del taglio, divisi per colore: giallo zafferano, blu Cina, verde bosco, grigio cenere, rosso cardinale… Nel giardino i “crogioli”, i contenitori dove nascono gli smalti di vetro dalla fusione, sono sparpagliati qua e là. Queste grandi forme luccicanti e rotonde sono così belle da sembrare, al primo sguardo, sculture.
All’interno del grande locale che ospita la fornace, un forno d’imponenti dimensioni troneggia al centro, proprio accanto alla macchina che dà al vetro incandescente la forma di piastre e al forno di ricottura, dove queste si raffreddano lentamente, diventando solide e resistenti. La fornace si collega a un locale utilizzato per il taglio a mano degli “sbruffi”, stravaganti forme irregolari soffiate in leggerissimo vetro. Fragilissimo, lo “sbruffo” viene tagliato subito dopo la soffiatura ed è necessario alla produzione delle tessere a foglia d’oro, eccellenza di Orsoni. Dalla fornace si accede alla meravigliosa “Biblioteca del Colore”, un grande locale irregolare con un suolo antico riempito dal pavimento al soffitto di scaffali in legno che ospitano le oltre 3.500 diverse tonalità di smalti veneziani, meticolosamente ordinati per colore e gradazione. Un luogo profondamente evocativo e vivo perché sempre in cambiamento: i colori prodotti vengono sistemati al loro posto e i pezzi venduti partono. I campioni, elementi preziosissimi e ordinatamente numerati permetto la riproduzione identica delle tessere. Il taglio a mano, la catalogazione e preparazione delle tessere divise per colore sono effettuati in un altro edificio sempre all’interno di questo cortile alberato.

 

 

Le tessere prodotte nella Fornace Orsoni da fine Ottocento, hanno fatto il giro del mondo e reso celebre questa realtà veneziana. Sono impiegate con grande fantasia da artisti, architetti, restauratori e designer.
Il merito di tale successo è legato alla figura leggendaria di Angelo Orsoni. Nato a Murano a metà Ottocento, sin da giovane lavora come operaio in fornace e il celebre mosaicista Giandomenico Facchina lo sceglie come addetto alla fabbricazione di tessere da mosaico nella fornace da lui creata alla Misericordia. L’artista si trasferisce in Francia dove realizza numerosi progetti, lasciando Orsoni a dirigere il laboratorio. Nel 1888 Facchina decide di donare al suo eletto la fornace, permettendogli di realizzare il suo più grande sogno e di puntare tutto sulle nuove vie che negli anni del Liberty si aprono all’arte del mosaico. Dall’utilizzo quasi esclusivo nell’arte sacra si entra infatti con preponderanza nella decorazione d’interni ed esterni privati e pubblici.

 

 

Nel 1889, all’Esposizione Universale di Parigi, Angelo Orsoni presenta con grande successo un rivoluzionario pannello in mosaico. In quest’opera, numerosi smalti sono organizzati per realizzare un gioco di linee che formano un motivo geometrico policromo. Da quel momento la fornace lavora a pieno ritmo, migliorando le tecniche di produzione e agli inizi del Novecento si trasferisce a fondamenta di Cannaregio, in una sede più ampia e moderna, dove si trova tuttora. In quegli anni, i tasselli Orsoni sono impiegati in numerosi luoghi di prestigio tra cui l’École des Beaux-Arts, il Trocadéro, l’Hôtel de Ville, l’Opéra Garnier e la Basilica del Sacro Cuore di Parigi, il Santuario di Lourdes, la Cattedrale di Saint Paul a Londra. Alla morte del suo brillante fondatore nel 1921, il figlio Giovanni riprende l’attività che continua a prosperare, passando di padre in figlio. Nel 1969 Ruggero Orsoni eredita la fornace che gestisce insieme al fratello Lucio, ancora oggi direttore artistico della produzione. La proprietà è acquisita nel 2003 da Trend Group, fondato da Pino Bisazza.
Ancora oggi da Orsoni la produzione segue gli antichi metodi e si affida al prezioso sapere di artigiani altamente specializzati. Tutto è realizzato con le tecniche millenarie che richiedono molto tempo, esperienza e passione infinita.

 

 

Susanna Pozzoli

Susanna Pozzoli

Fotografa cosmopolita residente a Parigi, si è specializzata nel ritrarre il mondo dell’artigianato, che racconta con immagini e parole. La sua ricerca personale è pubblicata ed esposta internazionalmente con continuità. Nel 2018 ha presentato a “Homo Faber” una mostra, a breve un libro, dedicata alle eccellenze del saper fare a Venezia e in Veneto.

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