Prodigi della pittura di pietra

di Neri Torrigiani

La bottega di Renzo Scarpelli, in via Ricasoli a Firenze, è meta di pellegrinaggio di oltre 24.000 appassionati l’anno; è poco distante dal Giardino di San Marco dove, alla fine del Quattrocento, Lorenzo il Magnifico allestì la prima Accademia d’Arte d’Europa, presso la quale i talenti in erba – compreso un giovanissimo Michelangelo – potevano studiare le opere e le tecniche artistiche delle collezioni medicee.

Nel cuore di Firenze, nella storica bottega di Renzo Scarpelli, si perpetua il miracolo del “commesso fiorentino”. Ispirati alla tradizione medicea, i mosaici realizzati dal Maestro e dal figlio Leonardo sono opere stupefacenti, apprezzate da un pubblico internazionale e riconosciute come veri e propri tesori.

Proprio alle sculture di Michelangelo fa pensare il volto di Renzo Scarpelli, l’artigiano che più di ogni altro rappresenta adesso nel mondo il “commesso fiorentino”, l’arte preziosa di assemblare in forma artistica i marmi e le pietre policrome che ancora oggi cerca con il martellino e raccoglie, sulle colline fiorentine e nel greto dei ruscelli, con il figlio Leonardo e il nipote Diego. Perché il primo passo per diventare un bravo Maestro – e magari un giorno, come lui stesso, un “tesoro vivente” – è proprio il riconoscere le pietre che verranno poi “tagliate a fette” di 2/3 mm di spessore con gli appositi dischi diamantati (che, quasi senza scarto, polverizzano letteralmente fino al 35% di materia prima che viene poi smaltita seguendo la normativa più rigorosa) per svelare i loro segreti e suggerire delle composizioni: perché l’abilità dell’artista consiste proprio nel riuscire a ottenere una “pittura di pietra” con le tonalità cromatiche che i materiali offrono in natura, magari facendosi ispirare da essi nella composizione.

Per tagliare le singole tessere (o frammenti) si utilizza ancora il tradizionale “archetto” in ciliegio, nocciolo o castagno, che deve essere lasciato in tiro per 5 o 6 anni prima di essere usato; e grazie all’azione della polvere abrasiva con l’acqua e il semplice filo di ferro, crea un taglio molto preciso e inclinato.

Premio MAM – Maestro d’Arte e Mestiere, per ben quattro volte espositore ad “Artigianato e Palazzo” al Giardino Corsini, Renzo Scarpelli inizia come garzone nella bottega del Maestro Fiaschi, che lo manda anche a scuola di pittura: perché chi non sa disegnare potrà solo copiare il passato. E quando restaura lo spazio che ospita adesso la sua bottega, Renzo decide di mostrare i banchi di lavorazione per permettere a tutti di capire come si trasforma un sasso in un quadro, bagnando le lastre di pietra per svelarne le incredibili sfumature di colore, incollando le tessere del mosaico con la stessa colla che adesso tiene assieme tutta la famiglia. Perché oltre alla moglie Gabriella entrambi i figli hanno in mano la gestione della bottega: Leonardo – che probabilmente ha il DNA composto a mo’ di mosaico! – e Catia, che si dedica alla gestione commerciale e alla comunicazione della loro attività.

Il lavoro in bottega è ben diviso e bilanciato sulle qualità di ciascuno: Renzo e Leonardo immaginano, dipingono e “macchiano” ogni opera che verrà poi realizzata dalle mani sapienti di Stefano, Pier Paolo e Filippo a cui presto si aggiungerà un settimo elemento, giovane e da formare.

La macchiatura è l’operazione più importante per la riuscita dell’opera e rappresenta quel momento in cui vengono disegnati i soggetti, scelte le pietre e i colori per comporre le prime “pennellate”: certe volte si arriva a disegnare direttamente sulla pietra, creando un puzzle ideale, e così facendo magari si modifica l’idea originale… e certe volte capita che un solo ciottolino sparito possa mettere in subbuglio l’intero laboratorio!
La perfezione delle commettiture è alla base della raffinatezza delle botteghe fiorentine. Il segreto è vedere le opere al rovescio, da dietro: vengono montate al contrario (con cera d’api e pece greca in fase di lavorazione e poi con il mastice per renderle indistruttibili) e solo in alcuni casi poi montate su ardesia o cristallo, e rifinite con decine di passaggi di abrasivi sempre più sottili fino ad arrivare alla juta bagnata e alla lucidatura finale con un nonnulla di cera d’api.

Alcune opere sembrano delicati acquarelli, altre xilografie espressioniste, tante si rifanno alle composizioni rinascimentali, altre vengono create dall’artista ispirandosi a temi o luoghi reali oppure realizzando disegni di fantasia, fino alla riproduzione delle cartoline che i turisti mandano a casa con un saluto da Firenze. I temi veristi e la tecnica dei Macchiaioli sono certamente perfetti, perché in fondo “la macchia” è come un sasso! Ma ahimè si è interrotta quasi del tutto la realizzazione di piani da tavolo e opere di grandi dimensioni.
Si è poi aggiunta una “collezione contemporanea” creata esclusivamente da Leonardo, che si compone di opere astratte e di bellissime riproduzioni “macro” dei cristalli delle stesse pietre che li compongono.
La clientela degli Scarpelli è vasta e internazionale: è infatti composta per la maggior parte da stranieri – in particolare americani – che amano la Toscana, e acquistare (o ordinare) un’opera in commesso fiorentino li fa forse sentire eredi dei granduchi medicei.

Le opere riportano sempre la firma “Scarpelli” a ceralacca – in alcuni casi eccezionali addirittura una firma di pietra, nascosta nella composizione – e sul retro il numero dei pezzi di cui sono composte e le ore che sono state necessarie per realizzarle. Anche se il prezzo di un’opera di Scarpelli non si calcola con un semplice “coefficiente”: è un tesoro, che dalle mani di un tesoro (vivente) è nata.

Neri Torrigiani

Neri Torrigiani

Apre il suo Studio a Firenze nel 1992 concentrandosi nella grafica, il packaging, la comunicazione, l’organizzazione di eventi e la progettazione d’interni collaborando con molte realtà del contemporaneo. È ideatore e organizzatore – con Giorgiana Corsini – della mostra “Artigianato e Palazzo”, insignita nel 2019 del Fiorino d’Oro della Città di Firenze.

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